DanteDì

Per il DanteDì, Stefano L’Occaso racconta il mito delle origini di Mantova nella Commedia

“Manto fu, che cercò per terre molte;
poscia si puose là dove nacqu’ io;
onde un poco mi piace che m’ascolte” (vv. 55-57).

Nel XX Canto dell’Inferno Dante, nel suo viaggio sotto la guida di Virgilio, giunge alla IV Bolgia del VIII Cerchio. Qui si imbatte in una nuova pena, quella “de l’indovini” e “de l’incantatori”, il cui pianto bagna il fondo della fossa lungo la quale essi vagano per l’eternità con la testa rivolta all’indietro. Dante rimane sconvolto dalla visione e, quando vede le lacrime dei dannati scendere dai volti e bagnare non il petto ma le rispettive schiene, non riesce a trattenere il pianto. Virgilio lo rimprovera, perché egli non deve avere pietà per queste anime scellerate, e gli racconta la storia degli indovini che distingue nella folla dei dannati in lenta processione. Tra questi c’è anche Manto, figlia di Tiresia: la sua storia ha a che fare con le origini mitiche della città. Potete leggere di più sul sito di Palazzo Ducale oppure guardare direttamente il video qui di seguito con l’intervento integrale del direttore L’Occaso. Buon DanteDì!